La cannabis (o canapa) è una delle piante evolute (con fiore e con seme protetto) più diffuse in Occidente. Si ipotizza che sia originaria dell’Asia Centrale e che sia giunta in America dopo Colombo ma ne sono stati trovati residui anche in numerose mummie peruviane del 1500 dopo Cristo.
Prima dell’avvento del proibizionismo (a causa dell’utilizzo sconsiderato di questa pianta per la fabbricazione e vendita di marijuana ed hashish), le diverse varietà della canapa venivano coltivate in tutto il mondo fin da tempi antichi ed utilizzate in numerosissimi campi quali:
- produzione di carta,
- produzione di fibre tessili,
- produzione di fibreplastiche,
- produzione di concimi naturali,
- produzione di cosmetici e
- nella medicina sia umana che veterinaria.
QUALI SONO LE AZIONI DELLA CANNABIS NELL’ORGANISMO?
Senza entrare nel “tecnico”, le sostanze “cannabinoidi” si legano a specifici recettori del sistema nervoso centrale e delle cellule del sistema immunitario.
Il legame causa l’inibizione del rilascio di vari neurotrasmettitori e la stimolazione di alcune aree della sostanza grigia e del midollo che, a loro volta, inibiscono le vie nervose responsabili del dolore.
Gli studi, la ritengono un “farmaco” utile in diverse malattie e senza effetti collaterali ma ricordano che si tratta (pur sempre) di una sostanza che può indurre dipendenza e che, nel lungo periodo, può provocare danni sia al fisico che alla mente (peggioramento dell’apprendimento, della memoria e dell’attenzione).
Si è rivelata provatamente efficace nei casi di:
- dolore neuropatico (o nevralgia: è la sensazione dolorosa cronica causata da un danneggiamento a carico dei nervi del sistema nervoso periferico o da un malfunzionamento del sistema nervoso centrale) e
- dolore spastico (dovuto ad una lesione cerebrale che determina contrazioni continue della muscolatura volontaria),
- dolore tumorale e per i
- sintomi dolorosi nella sclerosi multipla.
Inoltre, l’efficacia è testata positivamente anche nei casi di:
- nausea e vomito,
- anoressia e cachessia (deperimento dovuto a malattie a decorso cronico e irreversibile),
- spasticità,
- disordini del movimento (ossia quelle malfunzioni della muscolatura che si conclamano in forme di rigidità o, al contrario, in movimenti involontari),
- asma
- disturbi del sonno.
Meno confermati sono gli effetti su:
- allergie,
- infiammazioni,
- infezioni,
- epilessia,
- depressione,
- disordini bipolari,
- ansia,
- dipendenza
- sindromi d’astinenza.
LO STUDIO DELLA CANNABIS IN MEDICINA
Gli studi stanno avanzando in maniera intensa in quasi tutto il mondo e prendono in esame gli effetti di questa pianta nei casi di:
- malattie autoimmuni,
- cancro,
- neuroprotezione,
- febbri e
- disordini della pressione arteriosa.
Al vaglio degli psicoterapeuti sono le testimonianze di chi è riuscito a contrastare le dipendenze da alcool o da nicotina utilizzando questo vegetale (che crea minori legami con l’organismo rispetto alle due sostanze precedenti).
Inoltre, sono in fase di test alcuni farmaci che conterrebbero una versione sintetica di alcuni dei principi attivi della cannabis ma, pare, che mostrino maggiori effetti collaterali.
In Italia sono già disponibili in commercio prodotti contenenti Canapa Sativa: una varietà che trova ampio utilizzo in campo alimentare sotto forma di semi, oli e farine.