La trombosi venosa profonda è una patologia cardiovascolare che si verifica quando un trombo (un coagulo di sangue) ostruisce un vaso sanguigno profondo. È solitamente localizzata negli arti inferiori.
La trombosi venosa profonda potrebbe causare dolore alle gambe, ma di solito non è accompagnata da alcun sintomo.
Per diagnosticare una trombosi è necessario sottoporsi ad un Ecocolordoppler Arti Inferiori.
Trombosi Venosa: in cosa consiste?
La trombosi venosa profonda si manifesta quando un coagulo che si trova in una vena, spesso nelle gambe, ostruisce in parte o del tutto la circolazione sanguigna. Se la trombosi non viene diagnosticata in tempo, questo coagulo di sangue potrebbe spostarsi dalla sede di origine e migrare, attraverso il flusso sanguigno, fino ai polmoni provocando una complicazione mortale, chiamata embolia polmonare.
Quali sono i sintomi?
La trombosi può provocare dolore, arrossamento, gonfiore ed, in alcuni casi, aumento della temperatura (la pelle risulta più calda al tatto), generalmente a livello del polpaccio.
I sintomi dipendono dalle dimensioni del coagulo che ostruisce la vena e dalla gravità dell’infiammazione.
Se l’ostruzione è totale ed è interessata una vena importante, i sintomi possono essere evidenti e l’arto appare edematoso, se invece la trombosi è parziale o sono coinvolte vene secondarie i sintomi possono essere minimi o, addirittura, assenti.
La trombosi venosa profonda più raramente colpisce gli arti superiori.
Quali sono le principali cause di trombosi venosa profonda?
Lo sviluppo della trombosi venosa profonda è in genere associato a quattro fattori:
- stasi venosa, causata ad esempio dalla permanenza a letto, da ingessature o tutori, da disidratazione o da una malattia venosa già presente;
- danni vascolari, per esempio durante un intervento chirurgico (soprattutto ortopedico o all’addome), oppure da lesioni o infiammazioni, o da alterazioni delle vene degli arti inferiori, legate all’età (vene varicose);
- aumentata tendenza alla coagulazione, per esempio a causa di determinate terapie farmacologiche.
In ogni caso comunque il rischio trombosi aumenta con l’avanzare dell’età: la malattia colpisce in particolare le persone sopra i 60 anni. Questo non significa che i più giovani non possano esserne colpiti. - predisposizione genetica (casi di trombosi in famiglia…).
Altri fattori di rischio possono essere:
- malattie che provocano infiammazioni (cancro, patologie articolari, obesità, insufficienza cardiaca, ecc..);
- lesioni vascolari in seguito ad un parto, ad un catetere, ecc..;
- ipercoagulazione, ovvero una densità anomala del sangue (una delle cause potrebbe essere la pillola anticoncezionale).
Diagnosi della trombosi venosa profonda
La trombosi venosa profonda, come accennato prima, può avere delle gravi complicanze; ecco perché, in presenza di sintomi sospetti, bisogna assolutamente contattare il medico. In caso di sospetta Trombosi, evitare di massaggiare la zona interessata.
Per diagnosticare la trombosi, il medico prescriverà l’Ecocolordoppler Arti Inferiori o Superiori, a seconda della sede in cui viene avvertito il dolore; questo è un esame che, grazie all’utilizzo degli ultrasuoni, ci permette di effettuare uno screening del sistema circolatorio venoso ed identificare il tipo di disturbo circolatorio. Inoltre, è possibile valutare la contemporanea presenza di più alterazioni circolatorie e scegliere così la migliore terapia. Se questo esame non permette di individuare il trombo o di risalire all’origine del disturbo, il medico potrà prescrivere una serie di altri esami tra cui:
- Flebografia, scarsamente impiegata per la sua invasività e complessità;
- TAC Medica, largamente utilizzata nella diagnosi di TVP prossimali (pelviche, iliache, cavali) e nella definizione dei quadri di embolia polmonare;
- Risonanza Magnetica;
- test del D-Dimero (il prodotto di degradazione della fibrina stabilizzata, che può trovarsi in circolo per molte cause, tra cui la trombosi venosa profonda).
Trombosi Venosa: terapie
I trattamenti contro la trombosi hanno lo scopo di sciogliere il trombo che occlude la vena e quindi di evitare che il trombo migri verso i polmoni, provocando un’embolia.
I farmaci impiegati sono gli anticoagulanti. Quelli più usati sono le eparine, che si somministrano per iniezione intravenosa.
Verrà inoltre consigliato al paziente di indossare indumenti contenitivi, come le apposite calze.
In un secondo momento potrà essere prescritto un medicinale antagonista della vitamina K, come ad esempio il warfarin.
Gli anticoagulanti, però, se dosati in modo scorretto possono causare emorragie; il rischio cresce quando vengono somministrati al di fuori del contesto ospedaliero. Ecco perché è importante farsi seguire da un medico e adattare regolarmente la posologia.