Bambini che mangiano in spiaggia e aspettano per fare il bagno

Congestione Digestiva: Quanto aspettare sotto l’Ombrellone?

In spiaggia esistono da sempre due teorie sui tempi di attesa prima del bagno dopo mangiato: molti sostengono di dover aspettare almeno un paio di ore, altri sono fieri sostenitori del tuffo immediato, “per anticipare la digestione”. Ma chi ha veramente ragione?

INDICE

– Tempi della Digestione
Perchè si Rischia la Congestione?
Quanto bisogna Aspettare?

I tempi della digestione

Saranno dispiaciuti coloro che non sanno stare sotto l’ombrellone ad aspettare, ma la digestione inizia da subito sin dalla masticazione. Quest’azione da infatti l’input allo stomaco per iniziare a produrre succhi gastrici, in modo da essere pronto ad accogliere il cibo. Inoltre, affinché l’apparato digerente svolga le sue funzioni, vengono reclutati in questa sede circa due litri di sangue.
È questo il passaggio chiave al quale bisogna prestare attenzione per non rischiare la congestione!

Perché si rischia la congestione?

La congestione digestiva avviene quando il corpo è sottoposto ad un repentino cambio di temperatura. L’acqua ha una temperatura notoriamente più bassa di quella corporea e lo shock termico subito in seguito al tuffo in mare o in piscina provoca un dirottamento del sangue, dallo stomaco verso il resto del corpo, al fine di mantenere la temperatura basale.

La prima conseguenza è il blocco della digestione che porta con se una serie di effetti dai più lievi fino ai più negativi.
I sintomi della congestione vanno infatti dalla nausea fino allo svenimento, che se avviene in acque profonde può portare persino all’annegamento.

Quando è in atto la congestione è bene allontanare la persona dall’acqua e portarla all’ombra, tenere al caldo l’addome e sollevarle le gambe.
Attenzione anche all’ingestione di cibi o bevande ghiacciati subito dopo mangiato: perfino questi posso causare uno shock termico, con conseguente congestione.

Quindi, quanto bisogna aspettare?

Il tempo corretto per evitare qualsiasi tipo di rischio sono le fatidiche due/tre ore.
Esistono però delle accortezze, che si possono seguire per accorciare un pochino i tempi o abbassare i rischi, che comprendono la scelta dei cibi da consumare in spiaggia e altri piccoli accorgimenti.

I pasti che richiedono tempi più brevi di digestione sono quelli a base di frutta, frullati di frutta e/o verdura, gelato alla frutta. Controindicati invece i panini con gli affettati, considerati erroneamente i più innocui; gli alimenti a base di proteine animali infatti richiedono tempi di digestione di circa tre ore, come anche formaggi e fritture (alcuni richiedono addirittura cinque ore).

La tipica pasta fredda condita con pomodorino fresco può essere la soluzione giusta per chi non si accontenta di una macedonia, ma dovrà comunque aspettare almeno un’ora e mezza prima di entrare in acqua.

Per velocizzare la digestione il suggerimento è di consumare il pasto senza bere troppa acqua, che diluirebbe i succhi gastrici rallentando tutto il processo. Idratarsi in estate è comunque fondamentale, basterà farlo lontano dai pasti.

Altri accorgimenti riguardano le modalità con cui si entra in acqua: è bene evitare tuffi immediati. È sempre meglio entrare in acqua gradualmente, bagnando prima le gambe e la pancia; bisogna considerare che la temperatura del corpo esposto al sole è più alta ancora e lo shock potrebbe quindi essere amplificato.

Solo pochi fortunati non dovranno preoccuparsi troppo, coloro che andranno in vacanza ai tropici dove la temperatura dell’acqua è decisamente più alta e il rischio di shock termico quindi più basso.

Questo contenuto è a cura della Dott.ssa Anna Colabianchi, Biologo Nutrizionista.

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