Nella vita quotidiana, la spalla è una delle articolazioni che compie più movimenti. Proprio per questa sua continua sollecitazione spesso, con il passare del tempo, si riscontrano lesioni o infiammazioni a suo carico. Si stima che circa il 30% della popolazione Italiana soffra di disturbi legati a quest’articolazione.
Fra le principali patologie che provocano il dolore alla spalla vi sono: la rottura del tendine, la “spalla congelata”, la tendinite calcifica, la lussazione della spalla, la lacerazione del labbro glenoideo, l’artrosi e la lesione o rottura della cuffia dei rotatori.
In questo articolo spiegheremo quali sono le cause, i sintomi e le cure di quest’ultima patologia.
Alcuni cenni di anatomia:
La spalla è composta da 3 ossa: Omero, Clavicola e Scapola.
Queste sono collegate al corpo esclusivamente attraverso lo sterno e solo attraverso l’articolazione con la clavicola.
I muscoli da cui è avvolta, agendo come “coppie Motorie”, la tengono nella sua normale posizione lungo assi di movimento che sono sostanzialmente 3:
- asse sagittale, dove avvengono i movimenti di abduzione ed adduzione (avvicinamento e allontanamento dell’arto dall’asse mediano del corpo)
- asse verticale, attorno al quale avviene la rotazione interna ed esterna
- asse frontale, lungo cui si esegue l’anteposizione e la retroposizione
La cuffia dei rotatori è un gruppo di quattro tendini, con i rispettivi ventri muscolari ( sovraspinoso, sottospinoso, piccolo Rotondo, sottoscapolare), uniti alla parte superiore dell’omero.
Sono proprio questi tendini che ci permettono di sollevare e ruotare il braccio.
Cosa si intende per lesione della cuffia dei rotatori?
Tra i 60° ed i 120° si riduce lo spazio tra la testa dell’omero e l’acromion della scapola nel quale decorre il tendine del muscolo sovraspinato. Per questo motivo movimenti ripetuti in questo range articolare, a lungo andare, causano un’infiammazione o degenerazione del tendini del sovraspinato.
Se l’infiammazione si cronicizza, la cuffia dei rotatori può iniziare ad usurarsi contro il soffitto acromiale della scapola quando l’arto è sollevato e, le possibilità di guarire si riducono.
In casi gravi di usura o nei casi in cui vi sia stato un trauma importante, si può giungere alla rottura della cuffia dei rotatori.
Quali sono le Cause?
Le lesioni della cuffia dei rotatori si differenziano in lesioni primarie e lesioni secondarie:
Le lesioni primarie sono causate da un trauma (una caduta, una botta oppure uno sforzo eccessivo) oppure da particolari movimenti ripetitivi che implicano di alzare continuamente il braccio sopra la testa (nuoto, tennis, pallavolo, etc.) e lavorative. Questo tipo di lesione, quindi, può presentarsi in pazienti di ogni età.
Le lesioni secondarie spesso si manifestano come conseguenza di altre patologie della spalla come: il conflitto subacromiale, le tendinopatie calcifiche o l’instabilità.
I Sintomi
Il sintomo principale è la presenza di dolore alla spalla che spesso si irradia al braccio. In alcuni casi si può notare la comparsa di un rumore di scatto nel compiere determinati movimenti. Caratteristico è il dolore di notte, soprattutto quando ci si gira sulla parte malata. Se la lesione è solo parziale, si riesce a compiere quasi tutti i movimenti, anche se con dolore. Se invece la lesione è completa, alcuni movimenti diventano impossibili.
La Diagnosi
Dopo una prima visita, se lo specialista lo riterrà opportuno, vi indicherà eventuali esami diagnostici più approfonditi.
L’indagine strumentale più diffusa usata per diagnosticare una rottura della cuffia dei rotatori è la risonanza magnetica. Essa è infatti in grado di visualizzare con estrema precisione l’esatto punto e l’entità della lesione. I raggi X non sono in grado di mostrare chiaramente lo stato di salute dei tendini ma possono mettere in risalto le conseguenze (restringimento dello spazio tra tendini ed acromion, speroni acromiali, artrosi, osteofiti) soprattutto grazie all’aiuto del metodo di contrasto. Anche l’ecografia è in grado di individuare con una certa precisione le lesioni tendinee pur non essendo in grado di diagnosticare eventuali patologie ossee.
La Cura
La cura prevede il riposo da qualsiasi attività che implichi l’elevazione dell’arto o che comporti il sollevamento di pesi. E’ consigliabile applicare il ghiaccio per dieci minuti diverse volte al giorno, inoltre, saranno prescritti farmaci anti-infiammatori nelle fasi acute. Se il dolore è molto intenso, potranno essere utilizzate infiltrazioni sub-acromiali di cortisone e anestetico.
Molto importante è la riabilitazione sia in palestra che in piscina allo scopo di ricentrare la testa omerale e di rinforzare i muscoli della cuffia e ridonare elasticità alla capsula articolare.
Nel caso in cui queste terapie non funzionassero lo specialista potrà consigliare l’intervento chirurgico tenendo conto naturalmente dell’età, delle condizione di salute generale e delle richieste funzionali.
L’ intervento potrà essere eseguito in day-hospital o in ricovero ordinario, in anestesia generale o locale, in chirurgia aperta o in artroscopia.
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