Lo strappo muscolare, chiamato anche distrazione, è la rottura delle fibre del muscolo; è considerata la lesione muscolare più grave, seguita da stiramento muscolare e contrattura.
Generalmente, lo strappo è provocato da un’eccessiva sollecitazione del muscolo, durante un movimento scorretto o uno scatto improvviso, in cui si va ad oltrepassare il limite di tensione che è in grado di sopportare. Questo, spesso, accade perché il muscolo non è adeguatamente allenato o riscaldato, oppure perché inizia ad essere stanco.
Strappo muscolare: come riconoscerlo
Lo strappo muscolare è una lesione piuttosto grave, che si può manifestare con:
- dolore acuto e improvviso, che peggiora mentre si contrae il muscolo;
- impotenza funzionale;
- gonfiore, lividi o arrossamento;
- dolore a riposo;
- incapacità di usare il muscolo.
Sebbene possano potenzialmente essere interessati tutti i muscoli del corpo, lo strappo muscolare solitamente si verifica a livello delle gambe e della schiena.
Come dice la parola stessa, c’è uno strappo delle fibre; a seconda del numero di fibre coinvolte si parla di strappo di primo, secondo o terzo grado.
- Primo grado: è la lesione più lieve, in quanto interessa un numero ridotto di fibre. In questo caso il dolore si avverte in forma leggera e guarisce da solo nel giro di qualche settimana. Nonostante questo tipo di lesione consenta di continuare l’attività fisica, è opportuno interromperla, stare a riposo e rivolgersi ad un medico, per evitare che il problema peggiori.
- Secondo grado: il numero delle fibre lesionate è maggiore, come anche il dolore. Per riportare il muscolo alle normali condizioni è necessario un trattamento riabilitativo. In questo caso le tempistiche sono circa di un mese, da rivalutare con un’altra ecografia, prima di tornare all’attività.
- Terzo grado: è la condizione peggiore, che interessa almeno 3/4 delle fibre, fino ad arrivare all’intero muscolo. Si presenta con un forte dolore, gonfiore e la comparsa di un ematoma. Per il recupero sono necessari alcuni mesi ed un attento percorso medico. Non è sempre possibile recuperare completamente.
Come curare uno strappo muscolare
È fondamentale rivolgersi a uno specialista e non affidarsi all’autodiagnosi e alle cure “fai da te”, perché la terapia cambia radicalmente a seconda della gravità lesione, che è possibile valutare attraverso un’ecografia.
Prima di tutto è opportuno interrompere l’attività fisica e stare a riposo assoluto; è, inoltre, consigliato applicare ghiaccio, per non più di 20 minuti alla volta, per contrastare l’infiammazione e far diminuire il dolore. Se la lesione è all’arto inferiore, è opportuno tenerlo in scarico, per limitare il danno ematico.
Se necessario, in questa prima fase, è possibile assumere farmaci analgesici, anti-infiammatori o miorilassanti, previo indicazione del proprio medico.
In seguito, si potrà iniziare una fase riabilitativa, in cui il fisioterapista procederà con terapie manuali o trattamenti come: tecarterapia, laserterapia, ultrasuoni, magnetoterapia, elettroterapia, onde d’urto, ecc.
Durante la riabilitazione, saranno fondamentali gli esercizi di stretching, che aiuteranno il muscolo a ritrovare la sua elasticità.
Lesioni muscolari di terzo grado totali, possono portare ad una significativa compromissione funzionale e richiedere un intervento chirurgico.
Prevenire gli strappi muscolari
La prevenzione è un aspetto molto importante, soprattutto in ambito sportivo: un corretto allenamento e riscaldamento dei muscoli, ad inizio attività, può salvare da una lesione.
- È importante eseguire un riscaldamento generale e non solo del muscolo interessato.
- Evitare sforzi eccessivi, al di là della portata dei nostri muscoli. Prevedere un allenamento progressivo nel tempo, per abituare il muscolo ad uno sforzo sempre maggiore.
- Non sottovalutare le condizioni del terreno di allenamento.
- Lo stretching è un aspetto importantissimo, che serve ad allungare la muscolatura, sia prima dell’allenamento, che dopo. Va eseguito senza molleggiare, raggiungendo il punto di allungamento, senza sforzare più del dovuto, e mantenendo quella posizione per alcuni secondi.
È importante imparare ad ascoltare i segnali che manda il proprio corpo e riuscire a fermarsi prima di arrivare all’infortunio.