Il Dott. Giuseppe Masia, Cardiologo Bologna presso il Centro di Terapia Ionoforetica di Bologna, risponde ad alcune nostre domande e ci illustra la prevenzione cardiologica e gli approfondimenti diagnostici a cui sottoporsi.
“Parliamo di prevenzione delle malattie cardiovascolari, argomento di estrema importanza nel nostro paese ed in generale in tutta la società occidentale.
Come tutti voi immagino sappiate, le malattie cardiovascolari sono in queste aree del mondo la prima causa di morte: parliamo fondamentalmente della cardiopatia ischemica, dell’inferto del miocardio e di tutte le sue conseguenze, quindi parliamo di scompenso cardiaco e quant’altro.”
Dottore, come si attua una corretta prevenzione di queste problematiche?
“Si attua attraverso un controllo di quelli che sono i fattori di rischio, per lo meno di quelli modificabili, di quelli influenzabili.
Chiaramente non ci si può fare niente contro l’età che avanza, man mano che si diventa più vecchi aumenta la probabilità di incorrere in un accidente cardiovascolare.
Si può fare qualcosa, invece, in termini di prevenzione, di controllo di quelli che sono gli altri fattori di rischio, quindi dell’ipercolesterolemia, dell’ipertensione arteriosa, del diabete e del fumo di sigaretta..
Bisogna concentrarsi su questi fattori che sono i fattori di rischio primari e in qualche caso anche su altri fattori di rischio di tipo secondario che vanno indagati con degli esami, parlo per esempio, di iperglicemia, di alcune patologie che riguardano gli assetti emocoagulativi.
Parlando di fattori metabolici, quindi la dislipidemia, la glicemia, tutti voi potete capire quanto sia estremamente importante una certa attenzione nei confronti di quello che è la dieta, di ciò che si mangia, quindi si tratta di evitare quelli che sono gli alimenti ad alto contenuto lipidico, quelli che sono gli alimenti ipercalorici, si tratta di ridurre il consumo di zuccheri.
Per quanto riguarda invece il contrasto al tabagismo, altro fattore di rischio estremamente importante, direi che in questo caso si entra in un’ottica di prevenzione che passa attraverso l’informazione, attraverso la conoscenza.
Per quanto riguarda l’ipertensione arteriosa, estremamente importanti sono alcuni accorgimenti dietetici, quindi una dieta che sia a basso contenuto di sale e cosa estremamente importante per tutti questi elementi è l’incremento dell’attività fisica.
L’incremento dell’attività fisica, precisando che non occorre essere degli atleti agonisti per conseguire questo risultato, ma è sufficiente impostare dei programmi settimanali di camminate, è sufficiente fare delle passeggiate tre o quattro volte alla settimana, della durata di 30/40 minuti, naturalmente a passo svelto, non dev’essere una banalissima camminata rilassante, ma dev’essere una camminata che comporta una certa sollecitazione fisica.”
Come si può prevenire il fenomeno della Morte Improvvisa?
“Altro argomento che mi preme sottolineare, sempre in termini preventivi, è la prevenzione di un fenomeno che è la Morte Improvvisa.
Mi sono occupato in passato di questo argomento, in relazione soprattutto alla popolazione giovanile, in relazione agli atleti.
Raccomandazioni che qui mi sento di dare relativamente a questo argomento, è la necessità di sottoporsi a periodici controlli.
Controlli che non prevedono niente di stratosferico, semplicemente una valutazione cardiologica di base, un elettrocardiogramma ed eventualmente un approfondimento ecocardiografico. In questo modo è possibile rilevare la stragrande maggioranza di quelle problematiche cardiologiche che sono alla base di questo fenomeno.
Mi riferisco per esempio alle cardiopatie strutturali di tipo muscolare, alle cardiomiopatie, alla cardiomiopatia ipertrofica, alla cardiomiopatia dilatativa, alle varie forme di cardiomiopatia restrittiva.
E’ possibile anche individuare alcune problematiche di natura ritmologica, che possono essere alla base di questo fenomeno, come per esempio la Sindrome di Wolff Parkinson White, e varie altre patologie similari, come le cosiddette Canalopatie, la Sindrome di Brugada e la Sindrome del QT lungo.
Quindi raccomando a tutti quanti, soprattutto a coloro che si cimentano in attività sportive, soprattutto quelle ad alta intensità, dei periodici controlli cardiologi di base, da integrare eventualmente con un elettrocardiogramma da sforzo.”