Non c’è un giorno che sia uno in cui l’ipocondriaco stia bene.
L’ipocondriaco non sta mai bene, non è mai in forma. Non esiste un giorno in cui egli non avverta nessun tipo di disturbo e, se proprio capita che non abbia assolutamente nulla, egli avvertirà vari sintomi provocati dalla sua autosuggestione, da dolori gastrointestinali fittizi a emicranie finte. L’ipocondriaco è quasi deluso quando si sveglia la mattina e non avverte nessun sintomo, e la sua mente si mette immediatamente in moto per trovare un disturbo adatto alla giornata, che può andare dal banale mal di pancia del sabato, a più ricercati dolori articolari multipli del mercoledì sera.
Quando l’ipocondria diventa una malattia?
Ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è capitato di non stare bene e pensare subito, per qualche strano motivo, a gravi malattie escludendo a priori le più banali e comuni.
Quando la preoccupazione diventa talmente intensa da incidere sulla qualità di vita ci troviamo, però, di fronte ad un disturbo d’ansia per la salute o ipocondria.
Vero e proprio disturbo psichico, l’ipocondria è costante ansia e immotivata paura delle malattie e del proprio stato di salute. E’ ipocondriaco colui che ha la certezza di essere affetto da patologie più o meno gravi, sulle quali si documenta fino ad averne una conoscenza tecnica e accurata.
Passa gran parte del suo tempo consultando medici e specialisti, cercando fondamento concreto ai propri timori e all’interpretazione scorretta di normali sensazioni corporee.
Ecco perché l’ipocondria non è pericolosa in sé, ma lo diventa in relazione alle conseguenze che sviluppa sulla vita sociale del soggetto: l’ipocondriaco modifica le proprie abitudini mettendo al centro della sua vita il corpo e la sintomatologia ad esso connessa. la routine anziché ruotare intorno ai reali bisogni, pone al centro dell’attenzione una vasta sintomatologia di disturbi veri o presunti. Di conseguenza, il soggetto ipocondriaco ha bisogno di costanti rassicurazioni e di una totale comprensione da parte di famigliari e amici (che diventano valvole di sfogo per preoccupazioni infondate e problemi fisici che, non trovando soluzione, diventando gli argomenti di conversazione prediletti).
A cosa è dovuta l’ipocondria?
Essendo una malattia psicosomatica, gli esperti sono spesso concordi nell’affermare che, oltre ad una predisposizione a stati ansiosi, un soggetto diventa ipocondriaco a seguito di eventi negativi.
Come curare l’ipocondria?
- Smettere di ricercare rassicurazioni: questo meccanismo alimenta il disturbo perché a breve termine fa sentire meglio, ma a lungo termine spinge di nuovo a richiedere la rassicurazione di un amico di un parente o di un medico sul proprio stato di salute.Quindi è importante smettere di ricorrere ad esse.
- Interrompere i comportamenti di controllo: ad esempio ricercare informazioni sulle malattie non solo non tranquillizza, ma può anche aumentare l’ansia e la paura, in quanto ci spinge a spostare l’attenzione ancora di più sul nostro corpo.
- Smettere di evitare l’attività fisica in quanto ciò può ridurre la forma fisica e accentuare di conseguenza le sensazioni di fatica facilitando in questo modo un’interpretazione errata delle sensazioni corporee.
- Smettere di porre attenzione alle sensazioni corporee: se focalizziamo infatti la nostra attenzione sul corpo, le sensazioni fisiche risulteranno amplificate e di conseguenza l’ansia tenderà ad aumentare.
- Trattamento farmacologico: Alla Psicoterapia può essere associata la terapia farmacologica, ma non ci sono evidenze che questa risulti più efficace rispetto al trattamento Cognitivo-comportamentale descritta sopra.
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