Un killer silenzioso che, stando alle ultime stime che riguardano l’Europa, ogni giorno uccide circa 500 donne.
La disinformazione e la scarsa conoscenza di questa neoplasia, la rendono la più pericolosa tra le patologie ginecologiche: sconosciuto alla maggior parte delle donne, solo una su cinque ne sa riconoscere i primi sintomi, quasi tutte non lo distinguono dal tumore all’utero.
Detto questo, è chiaro come sia necessaria e urgente una campagna informativa per attuare la strategia migliore al fine di evitare diagnosi tardive quando ormai le possibilità di cura sono molto limitate.
Cosa sono le ovaie?
Parte fondamentale del sistema riproduttivo femminile, le ovaie si trovano nel bacino, una a destra e una sinistra dell’utero, con dimensioni simili a quelle di una mandorla, hanno due funzioni specifiche:
- Producono ormoni sessuali;
- Rilasciano ovociti.
Il tumore di questo organo deriva dalla produzione e eccessiva ed incontrollata di cellule: ciò che lo rende letale è la tardiva scoperta dovuta al fatto che attualmente non esistono strumenti di prevenzione o diagnosi precoce e il carcinoma non da segni di sé finchè non ha raggiunto notevoli dimensioni, cosa che ovviamente influenza negativamente l’esito delle cure.
Cause e familiarità
Studi scientifici hanno identificato alcuni fattori di rischio tra le cause di insorgenza del “tumore ovaio”, tra i quali troviamo:
- Età: i soggetti maggiormente a rischio si trovano in un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, età che coincide con l’ingresso in menopausa, ma non è da escludere un’ insorgenza anche in età più giovane;
- Elevato numero di ovulazioni: è stato dimostrato che un fattore di incidenza è l’elevato numero di ovulazioni (ad esempio l’essersi sottoposti a terapie per l’infertilità) da cui deriva come fattore di protezione lo scarso numero di ovulazioni (ad esempio, l’assunzione di contraccettivi estro progestinici, elevato numero di gravidanze o l’allattamento);
- Alimentazione: sono maggiormente a rischio soggetti che hanno un’alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura;
- Ereditarietà: come spesso accade, un’alterazione genetica ereditaria costituisce un fattore di rischio.
Quali sono i sintomi?
Come anticipato prima, la sintomatologia di questa neoplasia è tardiva e compare solo quando la massa tumorale ha raggiunto dimensioni notevoli.
I sintomi più frequentemente ripostati dalle pazienti sono:
- Gonfiore addominale
- Dolore pelvico/addominale
- Necessità di urinare frequentemente
E’ evidente come questi sintomi siano generici e comuni ad altre patologie, ma se la loro comparsa diventa molto frequente e simultanea questo deve costituire un campanello d’allarme e condurre a sottoporsi a controlli ginecologi approfonditi.
Cosa fare nel caso di sintomatologia sospetta?
Una volta identificati sintomi sospetti è consigliato rivolgersi al proprio ginecologo che procederà con gli approfondimenti del caso, tra cui:
- Esame obiettivo accurato con palpazione addominale per accertare la presenza di eventuali masse;
- Raccolta dell’anamnesi e della storia familiare;
- Analisi del sangue, in particolare la determinazione dei livelli di CA125, che, in presenza di cancro ovarico, possono risultare aumentati.
- Ecografia addominale/ pelvica, con eventuale sonda vaginale;
- Eventuali altri esami radiologici come l’ecotomografia.
Nel caso in cui vengano identificate masse sospette si procederà con l’esame istologico, unico strumento per la diagnosi certa. Se ciò avviene in tempi precoci sarà possibile ricorrere all’intervento chirurgico per l’asportazione della massa tumorale, che però non esclude che il tumore si ripresenti.
Al fine di una maggiore informazione è stata istituita la Giornata Mondiale del Cancro alle Ovaie (Ovarian Cancer Day) che ricorre l’8 maggio e che è caratterizzata da iniziative volte a diffondere maggiore consapevolezza di questa patologia e a rendere possibile diagnosi precoci.
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