Si tratta di un trattamento che utilizza acque termali per risolvere problemi come: chiusura auricolare, rumore nell’orecchio e patologie nasali.
Le insufflazioni endotimpaniche sono una manovra che appartiene ad un capitolo più vasto: quello delle cure termali. Attraverso un catetere nell’adulto o un’ampolla nel bambino si insuffla dell’aria termale all’interno delle orecchie del paziente malato. L’acqua termale viene pescata dalla bottiglia, la macchina la nebulizza ed, attraverso un semplice sistema di tubi, la fa arrivare ai cateteri che vengono inseriti nel naso del paziente e spingono l’aria dall’interno all’orecchio (che si apre in un orifizio in fondo alla cavità nasale).
Queste cure termali sono indicate ogni qualvolta il paziente abbia un problema di sensazione di chiusura auricolare che si associa o ad acufene (volgarmente: rumore nelle orecchie) o ad un calo di udito.
La cura è indicata sia per professionisti che, per motivi di lavoro e di passione, debbano usare l’organo della compensazione (chi svolge un’attività subacquea, hostess e piloti d’aereo) o per chi debba compensare continuamente le orecchie con dei cambiamenti di pressione (chi va in montagna, sott’acqua, negli aerei).
E’ indicata anche ad una popolazione normale che, semplicemente, non riesce, con la normale deglutizione, a compensare il cambiamento di pressione all’orecchio durante la giornata e che, quindi, manifesti i sintomi che dicevo prima: la chiusura e l’ovattamento auricolare, il fischio nell’orecchio o il calo di udito.
Questa patologia si chiama stenosi tubarica o oto-salpingite catarrale ed è molto frequente anche nei bambini in quanto nel giovane è assidua la patologia nasale (allergie nasali o ipertrofie adenoidee). Quando il bambino non ha un buon passaggio di aria dentro il naso, l’orecchio (che nasce in fondo al naso) tende a chiudersi. Ecco, allora, la funzione di questa macchina che compie quella che si chiama manovra di Politzer: si attacca al tubicino di cui parlavo prima questa ampolla e la si appoggia alla valvola nasale del bambino, poi si insuffla dentro l’aria mentre (come gioco divertente) si fa pronunciare al bambino la parola gatto in modo che il palato si chiuda e tutta l’aria vada all’interno dell’organo.
Questo, ovviamente, è un servizio molto utile per la popolazione che vive nella Pianura Padana: il numero di pazienti affetti da una patologia respiratoria nasale e molto elevato, quindi una buona parte della popolazione vive quotidianamente con una situazione di orecchio chiuso senza neanche avere mai pensato di trattarla.
Un’altra cosa che può essere utile è, alla fine delle cure (che di solito durano un paio di settimane) eseguire un test di esame audiometrico o di timpanogramma per dimostrare oggettivamente l’apertura dell’orecchio e la guarigione del sintomo.”