L’ opinione diffusa è: “Se l’idraulico viene a casa a fare un lavoro, lui in prima persona è responsabile della manodopera e di eventuali difetti a carico dei materiali che utilizza. Perché, allora, per ogni intervento invasivo (dall’iniezione di un vaccino al vero e proprio intervento in sala operatoria) noi pazienti siamo costretti a firmare un “consenso informato”?”
Questo significa che la maggior parte delle persone non ha mai (in realtà) letto questo documento che è stato manipolato e travisato più volte, specie in questo periodo.
Cerchiamo di conoscere meglio questo scritto e di rispondere alle tante domande che ci poniamo.
Questo documento ha origini lontane. Nasce in Europa nel XVIII secolo con lo scopo di informare il paziente del fatto che il medico avrebbe proceduto (anche di propria iniziativa) a qualsiasi intervento possibile per la salvaguardia della salute e della dignità della persona incluse:
- azioni rischiose,
- procedure sperimentali,
- eutanasia
Perché siamo costretti a firmare il consenso informato?
Oggi, tale documento (anche se modificato) mantiene lo stesso valore.
La convenzione di Oviedo firmata e sottoscritta da quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea il 4 aprile 1997 cita:
“… Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso…”
Il consenso informato ha quindi il solo scopo di informare il Paziente del rapporto rischi/benefici dell’intervento, non deresponsabilizza il sanitario nel caso in cui il trattamento dovesse comportare qualsiasi menomazione organica o funzionale non giustificata da patologie in essere.
La firma del consenso informato non è (ovviamente) obbligatoria in caso di imminente pericolo di morte del paziente o in caso di ricovero coatto per grave disabilità mentale.
Il consenso informato e le vaccinazioni
L’art. 32 della Costituzione italiana sancisce che
”… nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, in sintonia con il principio fondamentale della inviolabilità della libertà personale…”
Le vaccinazioni sono, così, divenute obbligatorie e questo fa discutere: politica, case farmaceutiche, medici…
Ma questo poco ha a che fare con il consenso informato. Una Direttiva Europea del dicembre 2009 rende il consenso informato obbligatoria per tutti i tipi di vaccinazione, per tutti i cittadini.
Anche in questo caso, nel modulo di consenso informato, il genitore dichiara semplicemente di essere stato posto a conoscenza dei benefici e dei rischi relativi alla vaccinazione e questo è talmente ad esclusiva tutela del Paziente che è addirittura possibile chiedere il risarcimento per omessa o incompleta informazione nel modulo di consenso.
In sintesi si può dibattere sui vari tipi di terapia e prevenzione: ad ognuno la propria opinione ma teniamoci caro (contro ogni tipo di “voluta” disinformazione) uno dei pochi scritti che proteggono la nostra salute.