Fobie sociali: un disturbo da non confondere con la timidezza

fobia socialeIn Europa circa il 38% della popolazione soffre di disturbi legati alla mente: questo dato arriva dal 23^ Congresso dell’Associazione Europea di Psichiatra (EPA) che si è tenuto a Vienna nella primavera del 2015.Si stima che nel 2030 i disturbi mentali saranno i più frequenti a livello mondiale: al primo posto ci sono i disturbi d’ansia (14%) ed in particolare la fobia sociale, che in Italia registra il 13%.

Ma cosa si intende per Fobie Sociali (o ansia sociale)?

Inizialmente potrebbe essere scambiata per semplice timidezza , ma in realtà si tratta di un vero e proprio disturbo che coinvolge principalmente la sfera dell’agire, manifestandosi con la paura (se non addirittura il terrore!) di agire di fronte agli altri e di ricevere giudizi negativi.


Questa patologia si caratterizza per:

  • la paura marcata e persistente di situazioni sociali, nei quali la persona è esposta a situazioni non familiari o al giudizio altrui;
  • l’ansia creata dall’esposizione alle situazioni sociali;
  • il riconoscimento dal parte del soggetto di tale paura come eccessiva ed irrazionale;
  • la compromissione delle normali abitudini e del funzionamento lavorativo e relazionale.

Chi soffre di fobia sociale eviterà luoghi e ambienti pubblici e sociali; un esempio ne è chi abbandona l’università per paura del giudizio altrui.

Lo small talk, cioè il parlare brillantemente di cose leggere, (“la chiacchiera da bar”) può essere uno scoglio insormontabile per chi soffre di fobia sociale.

L’effetto è un aumentato isolamento e la difficoltà nelle relazioni con gli altri.

Chi soffre di fobia sociale e non si rivolge a professionisti (solo uno su tre chiede aiuto ad uno specialista) spesso procrastina il problema, attuando reazioni di evitamento che lo isolano sempre di più dagli altri.

Ma quale categoria di soggeti è la più colpita?

Studi recenti riportati dal New York Times riferiscono che nei college americani, dove sono presenti “mental health center”, tra il 2014 ed il 2015 si è visto un aumento del 15,2% degli studenti sociofobici.

Questo dato conferma la crescita dei disturbi d’ansia soprattutto tra i giovani.

L’Anxiety and Depression Association of America rileva che i primi sintomi dell’ansia possono comparire già a 13 anni, con una prevalenza tra le ragazze rispetto ai coetanei maschi.

In particolare questi studenti hanno chiesto aiuto al “mental health center” presente nel college per due motivi prevalenti:

  1. la paura del fallimento scolastico;
  2. la Sindrome FOMO, Fear of Missing Out.

Quest’ultima è la paura di essere tagliati fuori, sindrome molto attuale che si riferisce in particolare all’essere tagliati fuori dai coetanei a causa di una vita sui social network apparentemente meno attraente rispetto agli amici.

Ad esempio l’amico che mette una foto in cui si sta godendo le vacanze può scatenare immediatamente il confronto con tale situazione.

Possiamo sintetizzare questa sindrome come la preoccupazione costante che gli altri stiano vivendo qualcosa di più interessante rispetto a noi, causando una vera e propria vergogna di non avere una “vita attraente” come quella dei coetanei.

I social network diventano il luogo nel quale questo confronto virtuale si attua.

L’idea di avere una vita meno “attraente” degli altri può innescare reazioni di evitamento dei coetanei, “un’auto-esclusione” per la paura del giudizio o per la paura di essere esclusi.

Una vita virtuale che innesca un’ansia sociale reale.

E’ fondamentale rivolgersi a professionisti qualificati per affrontare i disturbi d’ansia, perché attraverso la psicoterapia è possibile un’ampia trattabilità della fobia sociale.

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