Per alcune donne il ciclo è un appuntamento mensile con gonfiori addominali, ritenzione idrica, mal di testa, dolori più o meno intensi, irritabilità e umore nero. E poi ci sono le rinunce, quelle cose a cui dire “no” a causa dei disagi delle mestruazioni.
Ecco perché in tante preferirebbero non averle del tutto o soltanto sporadicamente lungo il corso dell’anno.
Rieccolo. A volte il suo ritorno fa tirare un sospiro di sollievo, ma, ammettiamolo, il più delle volte si presenta come una seccatura.
Forse la descrizione del ciclo mestruale che dava una delle massime scrittrici ed intellettuali francesi, Simone De Beauvoir, è a tinte un po’ troppo forti: “E’ il periodo in cui la donna sperimenta più penosamente il suo corpo come una cosa opaca, alienata, in preda ad una ostinata ed estranea che ogni mese fa e disfa una culla.”
D’altra parte è anche vero che in inglese le mestruazioni sono spesso chiamate familiarmente “the course”, la maledizione.
Noi italiane siamo decisamente più sfumate e per lo più le indichiamo semplicemente come “ciclo” o dicendo che è uno di “quei” giorni.
I sintomi, per cui spesso si ricorre ad una visita dal Ginecologo Bologna, li conosciamo bene: si inizia con quella tensione al seno che diviene così sensibile al dolore, poi il gonfiore alle gambe e all’addome dovuti alla ritenzione idrica, con l’irritante corollario della bilancia che sale più del dovuto.
E i possibili disturbi gastrointestinali, la cefalea e i dolori. Per non parlare, poi, dell’irritabilità, della difficoltà a concentrarsi e del peggioramento dell’umore, che nelle meno fortunate arriva a tratteggiare un lieve stato depressivo e completa il quadro della cosiddetta sindrome premestruale.
Certo, alcune sono più sensibili di altre agli effetti delle variazioni ormonali che sono alla base di questi disturbi, ma sono poche le donne che vivono le mestruazioni senza un qualche fastidio o imbarazzo.
Uno studio recente ha consentito di valutare quanto gli effetti del ciclo mestruale interferiscano con tutti gli aspetti della vita, da quelli più banali a quelli più impegnativi.
Così, un quarto delle donne si sente condizionata nella scelta dell’abbigliamento, ma circa il 75% delle italiane in età fertile ritiene che il ciclo mestruale influisca negativamente sulla vita sessuale, e ben la metà delle donne (dal 47% al 59%) non ha alcun rapporto sessuale durante quel periodo.
Una percentuale analoga ne risente anche sul piano della capacità di svolgere un’attività fisica, tanto che in quei giorni molte di quelle che praticano regolarmente uno sport lo sospendono.
Di fatto, tra adolescenti, i disturbi legati al ciclo rappresentano la principale causa di assenteismo scolastico, mentre in quelle che lavorano in quei giorni si stima che la produttività cali del 25%.
Inutile lamentarsi? No, forse non tutte sanno che oggi è possibile ridurre la frequenza della comparsa del flusso mestruale con la cosiddetta pillola contraccettiva a regimi estesi, che prevede la comparsa di un sanguinamento ogni tre mesi.
In realtà sarebbe stato possibile offrire alle donne questa possibilità fin da quando la pillola fece la sua prima comparsa sul mercato. Perché non fu fatto? Fu una scelta culturale: la pillola sembrava qualcosa di già abbastanza rivoluzionario e l’eliminazione anche di quella dolorosa tassa pagata dalle donne sembrò un’ulteriore, eccessiva sfida alle norme sociali, ma per fortuna i tempi sono cambiati!
Per poter avere maggiori informazioni è utile rivolgersi al Ginecologo Bologna, che sarà in grado di fornire tutte le informazioni necessarie e per capire se è un trattamento adatto al soggetto che lo richiede.