Su questa patologia della pelle girano numerose leggende e pregiudizi e tale malattia grava sullo stigma sociale, ma chi ne è affetto può vivere una vita normale.
Si tratta di una malattia autoimmune su base genetica, che non segna solo la pelle, ma anche l’anima.
Sono numerosi, infatti, i soggetti affetti che si sentono emarginati a causa dei comportamenti altrui, che spesso non vogliono toccare l’infetto, come se si trattasse di qualcosa di contagioso.
La causa alla base di questa patologia è un’attività alterata delle “cellule sentinella”, i cosiddetti Linfociti T dedicati alla difesa dell’organismo, che provoca una reazione difensiva sulla pelle.
Il risultato è l’infiammazione ed una riproduzione accelerata delle cellule dell’epidermide, da cui derivano chiazze localizzate soprattutto su ginocchia e gomiti, ma che possono colpire quasi tutte le parti del corpo.
Il 50% dei pazienti affetti da questa patologia ha, in famiglia, altri casi di Psoriasi; ma la predisposizione non è un motivo sufficiente per svilupparla. Infatti, sono necessari altri fattori, quali fattori ambientali come lo stress, l’assunzione di particolari farmaci oppure l’alterazione di processi metabolici.
Per quello che riguarda l’incidenza sulla popolazione italiana, le stime più attendibili parlano del 3% della popolazione totale.
Si tratta di una patologia iscritta nel calendario dell’OMS come malattia cronica ed invalidante e dal 2004 in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Psoriasi.
L’aspetto sociale più negativo della Psoriasi riguarda sicuramente il fenomeno di stigmatizzazione cui sono soggetti i pazienti affetti: le manifestazioni cutanee, infatti, attirano gli sguardi della gente e suscitano curiosità e compassione. Il risultato? Un’inevitabile abbassamento dell’autostima del paziente, accompagnato da un aumento della vulnerabilità emotiva.
Scopriamo insieme cosa c’è di vero e cosa di falso sulla Psoriasi.
E’ Contagiosa? Falso!
Trattandosi di una patologia genetica, è impossibile che esista il rischio di contagio da un soggetto malato ad uno sano: infatti, le manifestazioni cutanee hanno origine infiammatoria, non infettiva.
Può essere provocata da traumi? Vero!
Oltre allo stress, anche i traumi sono ritenuti responsabili della comparsa di questa patologia: essi possono essere di tipo fisico, ad esempio ustioni o cicatrici chirurgiche.
Non necessariamente la comparsa delle macchie è immediata, ma possono presentarsi anche un paio di settimane dopo l’evento, nelle zone interessate dal trauma.
La comparsa delle macchie è determinata sia dell’intensità del trauma, ma anche dalla frequenza con cui il soggetto ne rimane vittima.
Le cure termali hanno effetti benefici sulla malattia? Vero!
L’acqua termale rappresenta un’ottima integrazione alle terapie tradizionali, da cui il soggetto può trarre numerosi benefici.
Le acque più indicate, per le loro proprietà antisettiche, antiseborroiche e decongestionanti, sono quelle solfuree oppure quelle di bicarbonato, calcio e magnesio.
I benefici non sono duraturi, ma permettono un miglioramento della qualità della vita del paziente.
Non si guarisce mai definitivamente? Vero.
Si tratta di una patologia da cui guarire non è possibile, ma che può essere tenuta sotto controllo: prima si interviene con la terapia più idonea, più a lungo sarà possibile evitare che i sintomi si aggravino.
Il Sole è un tabù? Falso!
Non esiste nessuna incompatibilità tra questa malattia e l’esposizione al sole, ovviamente con le dovute precauzioni: per non incorrere in scottature è necessario utilizzare una buona crema solare con un alto fattore protettivo.
Ecco sfatati alcuni falsi miti su questa patologia invalidante.
In ogni caso se si sospetta di essere affetti da questa patologia è necessario ricorrere al consulto specialistico del Dermatologo Parma, che sarà in grado, dopo un’attenta analisi, di prescrivere la terapia più adatta alla specifica situazione.