La Vitiligine è una malattia acquisita della cute, con incidenze che vanno da 0,5% a 2% nella popolazione mondiale.
In Italia si stima circa 1.000.000 di soggetti affetti.
La Vitiligine sembra manifestarsi con maggiore frequenza tra i 10 e i 30 anni, con un’età media di insorgenza di circa 20 anni nel 50% dei casi.
Tuttavia può svilupparsi ad ogni età; infatti i casi pediatrici sono notevolmente in aumento rispetto al passato.
Come si manifesta?
Si tratta di una dermatosi cronica, caratterizzata da una carenza (ipocromia) o una totale mancanza (acromia) di pigmento. Si manifesta sotto forma di chiazze e/o macule di colore uniforme, bianco-latte o avorio, di dimensioni variabili da pochi millimetri a diversi centimetri.
Le lesioni sono ben circoscritte, a margini netti e spesso iperpigmentati. Le chiazze, di solito disposte simmetricamente, possono comparire in qualsiasi parte del corpo e la loro insorgenza è indipendente dal sesso, dall’età, dalla razza e dal fototipo. Si localizzano più frequentemente al volto, alle ascelle, agli arti, al dorso delle mani, all’areola del capezzolo, all’ombelico o ai genitali, anche se, in realtà, possono coinvolgere tutto l’ambito cutaneo.
Istologicamente la cute coinvolta è caratterizzata da assenza o riduzione del numero dei melanociti.
La Vitiligine è progressiva e non guarisce spontaneamente se non in rarissimi casi; è però una dermatosi indolore, non contagiosa e assolutamente benigna.
Quali risvolti psicologici e sociali può avere?
Non pregiudica lo stato generale di salute, ma può risultare psichicamente e socialmente invalidante, essendo causa di inestetismi particolarmente estesi.
Generalmente viene considerata un problema puramente estetico e, quindi, di minima importanza per la salute.
In realtà, diversi autori la definiscono come una delle patologie cutanee più devastanti dal punto di vista psicologico, supportati dal riscontro di una maggior incidenza di depressione.
Nei pazienti si denota una marcata diminuzione dell’autostima, dei rapporti interpersonali e quindi della qualità della vita.
Spesso riferiscono episodi di discriminazione nell’ambiente lavorativo, scolastico, sociale e a causa, della ridotta autostima, una non soddisfacente vita di relazione.
Se si considera poi che il 50% dei soggetti colpiti è in età adolescenziale o ha meno di 20 anni e che è frequente la localizzazione al volto, al seno o ai genitali, si comprende come la malattia costituisca nel periodo dei primi approcci interpersonali, emotivamente coinvolgenti, un serio problema, vissuto con enorme sofferenza.
Esordio, Decorso e Trattamento
Questa patologia può essere distinta in:
- Localizzata
- Generalizzata
- Universale
L’esordio e il decorso clinico della malattia sono insidiosi e imprevedibili.
Spesso il paziente si accorge della patologia solo nel periodo estivo, soprattutto nel zone fotoesposte.
Il decorso è estremamente variabile: può rimanere stabile per anni oppure estendersi rapidamente a tutta la superficie cutanea.
L’eziologia della malattia è ancora sconosciuto, ma sono numerosi gli studi volti a stabilirne la causa.
L’origine di questo disturbo pare sia imputabile ad un difetto genetico che coinvolge il sistema immunitario, sul quale possono intervenire numerose altre cause esterne più o meno note:
- stress psicofisico
- traumi fisici
- ustioni
- terapie farmacologiche malattie virali
La malattia, infatti, è il risultato di un’azione patogena non ben identificata che determinata la scomparsa dei melanociti e la successiva formazione di una zona priva di pigmento melaninico.
E’ facile intuire la necessità di sottoporsi a Visita medica Specialista con il Dermatologo Parma per poter individuare le cause che hanno determinato l’insorgenza di questa patologia e stabile il trattamento più idoneo per una completa guarigione.