I disturbi del comportamento alimentare (detti anche DCA) sono disturbi psichiatrici invalidanti, potenzialmente mortali, che compromettono notevolmente la salute fisica e il funzionamento sociale dell’individuo. Sono disturbi caratterizzati da un rapporto patologico con l’alimentazione e con il proprio corpo.
In Italia sono 3 milioni i giovani che soffrono di DCA, un fenomeno spesso sottovalutato sia da chi ne soffre, che da chi lo circonda. Soffrire di un DCA, oltre alle conseguenze fisiche, comporta effetti negativi anche sulle capacità relazionali, lavorative e sociali, della persona.
Purtroppo, solo una piccola percentuale delle persone che ne soffrono chiede aiuto.
DCA: di cosa si tratta?
I DCA sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza (ma non solo) e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un’intensa attività fisica.
Tipi di disturbi alimentari
Quanti tipi di DCA ci sono? Al giorno d’oggi i disturbi del comportamento alimentare sono diversi, ma tra tutti, i più diffusi e conosciuti sono:
- Anoressia nervosa: chi soffre di questo disturbo ha una percezione alterata del proprio peso e della propria immagine corporea, che porta ad uno stato di ansia, per la paura di ingrassare. La reazione, a questa distorta percezione di sé, è una drastica restrizione dell’assunzione di calorie. Chi soffre di anoressia, aumenta la propria autostima, riuscendo a tenere sotto controllo il consumo di cibo ed il peso corporeo. In mancanza di un trattamento adeguato e tempestivo, l’organismo può subire consistenti danni, che possono anche rivelarsi fatali.
- Bulimia nervosa: questa patologia è caratterizzata da ricorrenti abbuffate che poi vengono “compensate” con vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, attività fisica eccessiva. Come per l’anoressia, al centro di questo disturbo ci sono un’errata percezione del proprio corpo e problemi legati all’autostima. La persona che soffre di bulimia arriva a consumare un’eccessiva quantità di cibo, significativamente maggiore rispetto a quella che la maggior parte delle persone assumerebbero nello stesso tempo. Questo comportamento incontrollato persiste fino ad arrivare a sentire, anche, sensazioni di dolore fisico, che inducono ad interrompere l’abbuffata.
Le conseguenze di questa abbuffata portano la persona a provare un fortissimo senso di colpa, disperazione, inadeguatezza e fallimento, che a sua volta portano a mettere in campo condotte compensatorie, come il vomito, l’uso di diuretici e lassativi, il digiuno e l’iperattività fisica.
- Binge Eating Disorder: anche chiamato disturbo da alimentazione incontrollata; ha in comune con la bulimia le abbuffate a cui, però, non seguono condotte compensatorie. Spesso le abbuffate vengono fatte di nascosto, ma provocano comunque senso di vergogna. Il disturbo da alimentazione incontrollata è quello più frequente nei soggetti di sesso maschile.
Questo disturbo porta il soggetto ad ingerire molto cibo senza avere davvero fame o molto più velocemente del solito, fino a raggiungere una pienezza eccessiva. Al contrario di quanto accade con la bulimia nervosa, non arriva ad usare condotte compensatorie, in quanto non è presente la paura di ingrassare, tanto che questo disturbo può avere come conseguenza molto diffusa, proprio l’obesità.
15 Marzo: Giornata Mondiale dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Il 15 marzo ricorre la Giornata Mondiale dei Disturbi del Comportamento Alimentare, ovvero la Giornata del Fiocchetto Lilla, che vuole sensibilizzare e focalizza l’attenzione sulle disfunzioni dell’alimentazione; un’occasione per conoscere, approfondire e imparare a non sottovalutare il dolore di chi ne soffre.
Sono sempre di più le ragazze e i ragazzi che ne soffrono e che non ricevono aiuto nel modo giusto, e spesso, purtroppo, vengono abbandonati dagli amici, dalla scuola e persino dalla famiglia. È fondamentale diffondere informazioni precise e corrette, riguardo questi disturbi, affinché questi ragazzi siano sostenuti adeguatamente.