Mammografia Bologna, ecco tutto quello che devi sapere.

Donna .pngIl tumore del seno è il primo per diffusione e mortalità nella popolazione femminile. Secondo gli ultimi dati sull’incidenza in Italia del cancro alla mammella, il numero dei nuovi casi presenta un trend in aumento in donne di età compresa tra i 24 e 45 anni. Allo stesso tempo però, grazie alle maggiori conoscenze delle caratteristiche di questo tumore e ai progressi nella diagnosi precoce e nel campo farmacologico, le sue probabilità di cura oggi sono molto aumentate.Che cos’è la Mammografia Bologna?

La Mammografia è una valutazione radiografica. Questa metodologia di screening consente di individuare precocemente noduli non ancora palpabili che possono fungere da campanelli d’allarme per la presenza di un tumore. Si tratta di una tecnica che studia la forma e la struttura della mammella, consente di rilevare lesioni mammarie in fase precoce, micro calcificazioni polimorfe, oppure aree di distorsione strutturale.

Questo è un esame che utilizza radiazioni ionizzanti, ma le tecniche recenti permettono di utilizzare una dose di radiazioni ionizzanti molto contenute. L’esame viene effettuato con due proiezioni radiografiche, sia dall’alto sia lateralmente, e i risultati vengono valutati separatamente da due radiologi, per garantire una maggiore affidabilità della diagnosi. Lo screening del tumore della mammella è ormai un’attività stabile e sicura che ha dato dimostrato di essere efficacie nel ridurre la percentuale di decessi per questo tumore.

Nonostante ciò si discute sul pericolo della sovra diagnosi, ovvero l’individuazione di un danno tumorale che non sarebbe mai stato accertato se la persona non avesse eseguito l’esame. Le ricerche condotte fino a oggi fanno pensare che questo rischio sia meno elevato dei benefici che si ottengono eseguendo l’esame con la frequenza e nelle fasce di età raccomandate.

 

A cosa serve?

La mammografia non è un esame doloroso e si effettua senza l’aiuto di anestesie. La bassa quantità di radiazioni ionizzanti a cui la paziente è esposta offre benefici diagnostici molto superiori rispetto ai possibili effetti secondari. Un importante sviluppo tecnologico recente è quello dalla tecnica digitale. Rispetto alla tecnica analogica, la mammografia digitale permette di ridurre ancora di più la dose di radiazione, a fronte di un invariata anzi migliorata qualità dello screening.

L’ecografia mammaria si pone come primo approccio diagnostico complementare della mammografia, la risonanza magnetica nucleare inoltre rappresenta un utile approfondimento in casi selezionati.

Possiamo affermare che è l’alleata numero uno contro il tumore al seno. È molto utile per smascherare il prima possibile questa terribile forma tumorale femminile.

 

A chi è rivolto questo esame?

Tra i 20 e i 40 anni in generale non sono previsti esami particolari, se non una visita all’anno del seno dal ginecologo o da un medico specialista. Solo in situazioni specifiche, come in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l’analisi con una ecografia o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto. La mammografia in questa fascia di età non è raccomandata perché la struttura troppo densa del tessuto mammario renderebbe poco chiari i risultati.

Tra i 40 e i 50 anni le donne con presenza di casi di tumore del seno in famiglia dovrebbero cominciare a sottoporsi a mammografie, meglio se associata a ecografia data la struttura ancora molto densa del seno.

Tra i 50 e i 69 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico con cadenza biennale.
Nelle donne positive al test genetico per BRCA 1 o 2 è indicata un’ecografia semestrale e una risonanza annuale, anche in giovane età.

In questa fascia d’età, 50-69, si concentra infatti la maggior parte dei tumori del seno e, secondo gli esperti dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), la partecipazione allo screening con queste modalità e frequenza, in questa fascia di età, può ridurre del 35% la mortalità per questa malattia.

 

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