Disprassia: cosa è, come riconoscerla e come curarla.

Bambino.pngNel diciannovesimo secolo, si sviluppa una coscienza comune che inizia a vedere come il corpo e la mente siano nettamente separati tra loro. Prende piede la cultura del fisico che viene associata a quella dello spirito e nascono i primi dettami di “educazione fisica” come approccio a patologie, sino ad allora, associate a disturbi mentali.

Oggi la società è ben cosciente che ogni bambino, anche il più intelligente, può avere difficoltà di sviluppo in alcune aree.

In questo articolo, la più comune…

Disprassia cosa è e come riconoscerla

La disprassia colpisce sei bambini su cento (prevalentemente maschi) ed è un disturbo della coordinazione a causa del quale il bambino fatica ad organizzare il movimento finalizzato all’ottenimento di uno scopo.

Ancora non se ne conosce la causa ma pare possa essere correlata all’ereditarietà o all’assunzione di alcool o droghe in gravidanza.

 

Tutte le gestualità quotidiane ritenute normali (addirittura meccaniche) come mettersi una maglia o lavarsi i denti, per il bambino disprattico sono fonte di continua concentrazione. Egli penserà ad ogni singola azione necessaria a raggiungere il traguardo (devo andare in bagno, devo prendere lo spazzolino… Ah… No! Prima il dentifricio, lo spremo… Perché non esce? Ah… Si… C’è il tappo! E così via…). 

Ovviamente, questo si traduce in un enorme stress tale da portare il bimbo ad affermare spesso “Sono stanco! Fai tu?!?”

 

Disprassia Sintomi e Diagnosi

Le disprassie sono diverse (oculari, verbali, disgrafie, motorie, ecc…) e la diagnosi è piuttosto lunga da formulare.  Si devono necessariamente consultare un neuropsicologo, uno psicomotricista ed un logopedista per avere certezza dell’esistenza di questa patologia.

 

Di seguito, alcuni sintomi che non devono allarmare in quanto quasi tutti i fanciulli ne presentano almeno un paio che, generalmente, si risolvono con la crescita.

 

Da neonato – difficoltà:

  • di suzione
  • ad afferrare oggetti
  • a mettersi seduto, gattonare, camminare
  • a sillabare che porterà, più avanti, ad una scarsa varietà linguistica

 

Alla scuola materna – difficoltà:

  • a concentrarsi (non oltre un paio di minuti)
  • a svolgere qualsiasi mansione (necessità di tempi lunghi)
  • a stare fermo
  • a dormire
  • a salire e scendere le scale
  • a calciare la palla
  • nei giochi di costruzione e di travaso

 

Alle elementari si aggiungono difficoltà:

  • nel disegno
  • a copiare dalla lavagna
  • nella scrittura
  • a farsi degli amici
  • ad organizzarsi
  • ad allacciarsi le scarpe
  • ad abbottonarsi
  • ad assemblare puzzle
  • a costruire modelli
  • nei giochi di pazienza
  • a fare attività sportive
  • a comprendere percorsi
  • ad articolare parole

 

L’adulto si presenta:

  • goffo, maldestro e con atteggiamenti caotici
  • poco efficace nell’ottenimento dei risultati legati ad un’azione
  • con posture inadeguate
  • con difficoltà ad orientarsi nello spazio
  • con difficoltà nel ricordare i compiti nella giornata
  • ipersensibile al contatto fisico (vestiti compresi)
  • facilmente stancabile
  • con scarsissima consapevolezza dei pericoli
  • con comportamenti fobici, compulsivi ed immaturi 

Disprassia Cura

In realtà la disprassia non si cura ma si può ben correggere.

Questo richiede una “rete collaborativa” tra genitore, medici, professionisti del settore ed insegnanti con particolare attenzione ad un protagonista che va sempre esaltato: il bambino.